Sabato 26 luglio, la strana visita del papa a Caserta: improvvisata e censurata

Luca Kocci
Adista Notizie n. 29 del 02/08/2014

Quella di papa Francesco a Caserta è una visita piuttosto anomala: sabato 26 si recherà nella città campana per una visita pastorale lampo di poco più di tre ore; e due giorni dopo, lunedì 28, tornerà a Caserta per un incontro privato con un suo amico, il pastore pentecostale Giovanni Traettino, della Chiesa evangelica della riconciliazione.

Non era mai capitato che un papa si recasse per due volte nella stessa città nell’arco di tre giorni. Ma questa circostanza è stata determinata da un improvviso cambio di programma a cui il Vaticano è stato di fatto “costretto” dalle pressioni arrivate direttamente dal vescovo di Caserta, mons. Giovanni D’Alise. Inizialmente, infatti, non era prevista alcuna visita pastorale ufficiale a Caserta, ma solo una visita privata di Bergoglio al pastore Traettino, come confermato lo scorso 10 luglio anche dal direttore della sala stampa della Santa sede, p. Federico Lombardi, in seguito ad alcune indiscrezioni pubblicate dal Mattino. «In occasione di un incontro avuto a Roma con un gruppo di pastori evangelici nel mese scorso – aveva detto Lombardi –, papa Francesco ha manifestato a un pastore amico, Giovanni Traettino, da lui ben conosciuto già dal tempo di Buenos Aires, l’intenzione di recarsi in forma del tutto privata, estremamente semplice e rapida, nel corso di una sola mattinata, a visitare la sua chiesa, a Caserta», «prevedibilmente il prossimo 26 luglio».

A Caserta, sia in curia che nei palazzi della politica, la notizia della visita privata del papa è stata presa malissimo: Bergoglio – questi i malumori che circolavano – si sarebbe recato in città non per incontrare i cattolici, ma per andare a trovare un pastore evangelico. Si è messa allora in moto la macchina delle trattative, delle perorazioni e delle pressioni, soprattutto da parte del vescovo D’Alise, che fa parte del movimento dei Focolarini – piuttosto influenti in Vaticano – e che ha mobilitato i suoi contatti nei Sacri palazzi.

Le trattative hanno prodotto il risultato finale a sorpresa: la visita privata del papa al pastore evangelico il 26 luglio è stata annullata e sostituita con la visita pastorale lampo alla diocesi; Bergoglio però tornerà a Caserta due giorni dopo, il 28 luglio, finalmente libero di visitare privatamente il suo amico, senza provocare maldipancia.

Ieri mattina (21 luglio) la sala stampa della Santa Sede ha comunicato il programma ufficiale della visita: il papa partirà in elicottero dal Vaticano alle 15 e tre quarti d’ora dopo atterrerà nell’eliporto della Scuola sottufficiali dell’Aeronautica militare, presso la Reggia di Caserta; alle 16 l’incontro con i preti della diocesi nel Circolo ufficiali dell’Aeronautica militare, all’interno della Reggia; alle 18 messa sulla piazza di fronte alla Reggia; alle 19,30 partenza per la Città del Vaticano.

Un programma stringatissimo e piuttosto improvvisato – evidentemente composto all’ultimo minuto più per compiacere mons. D’Alise e il suo “cerchio magico” che per realizzare una vera visita pastorale –, durante il quale papa Francesco, fatta eccezione per la messa in piazza, non avrà alcun contatto con la popolazione casertana, con le associazioni ecclesiali e con le religiose, pure molto presenti in diocesi, ma solo con il vescovo e con i preti.

Preti sotto censura

Del resto questa improvvisazione è stata oggetto anche di numerosi interventi di preti della diocesi durante una riunione riservata con il vescovo, lo scorso 19 luglio. Non vi è stata nessuna preparazione, nessun cammino formativo – hanno rilevato diversi preti – che consentisse di consegnare al papa un documento o semplicemente delle idee. Per una parte del clero casertano, una visita così organizzata è vista come «un’occasione sprecata», mentre un rinvio di qualche mese avrebbe permesso alle comunità di maturare, discutere ed elaborare delle proposte.

Inoltre ha prodotto grande malumore la pretesa del vescovo D’Alise, espressa durante la riunione con il clero, che le domande che i preti della diocesi rivolgeranno al papa siano sottoposte a lui stesso, perché possa giudicare quelle ammissibili, quelle non accettabili e quelle da modificare: una vera e propria censura preventiva. «Siamo davanti ad una nuova inquisizione, anzi una pre-inquisizione», ha riferito un prete. Altri hanno detto che «è grave che il vescovo non si fidi di noi preti, non siamo ragazzini». E un altro ha osservato che «a Caserta accade esattamente il contrario di ciò che accade in Vaticano, il nuovo corso di liberazione inaugurato da papa Francesco qui sembra non valere. Ci è concessa la parola, ma deve essere una parola controllata e censurata».

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IL PAPA A CASERTA: UN’UDIENZA PER SOLI UOMINI

Luca Kocci

Nell’unico incontro previsto durante la sua visita pastorale lampo a Caserta il prossimo 26 luglio nel pomeriggio, prima della messa in piazza, papa Francesco riceverà il vescovo e i preti della diocesi nel Circolo ufficiali dell’aeronautica militare. Escluse le comunità religiose femminili, che pure sono molto presenti a Caserta

Su questa “udienza per soli uomini” Sergio Tanzarella, casertano, professore di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli, ha inviato una lettera al vescovo della diocesi, mons. Giovanni D’Alise, e per conoscenza al clero della diocesi di Caserta. Pubblichiamo di seguito il testo integrale.

Caro Vescovo Giovanni,

ho appreso del significativo riconoscimento per la diocesi di Caserta rappresentato dalla prossima visita di papa Francesco il giorno 26 luglio. Si tratta di un evento straordinario e familiare ad un tempo come Lei ha così bene sottolineato nell’annuncio della visita. Raccogliendo quanto da Lei suggerito in ordine alla collaborazione, Le sottopongo una questione non secondaria ma centrale e in piena corrispondenza con l’ecclesiologia di papa Francesco.

Leggo che il papa, prima della celebrazione della santa Messa, si incontrerà con il clero. Ottima scelta, ma ritengo sia migliorabile. Un incontro con il solo clero non ha fondamento né teologico né pastorale. Questo incontro deve essere aperto anche alle religiose della diocesi che tanto contributo danno all’annuncio del Vangelo. Ritengo che la loro partecipazione ad una udienza così speciale sia un riconoscimento loro dovuto, che inauguri anche a Caserta una nuova stagione che superi quei codici di separatezza che Gesù Cristo non ha voluto (e che ha infranto nel suo tempo) e che si sono depositati nella storia in contraddizione con il Vangelo.

Che questa divisone uomini/donne in un’udienza non abbia più senso lo ha dimostrato lo stesso papa Francesco nell’incontro con seminaristi, novizi e novizie degli ordini religiosi del 6 luglio 2013. Chi sono i seminaristi e le novizie di oggi se non i preti e le suore di domani? Il papa li ha ricevuti insieme e ci fornisce un esempio che dobbiamo seguire anche a Caserta. In quell’udienza il papa non ha fatto un discorso riservato ai futuri presbiteri, ma ha tracciato un modello di formazione e di servizio che è comune a tutti. Per Francesco a tutti è necessaria una buona formazione che poggi su quattro pilastri: formazione spirituale, intellettuale, apostolica, comunitaria e a tutti indistintamente è affidato il compito di essere coraggiosi per annunciare il Vangelo e dire la verità.

Non si giustificano più percorsi formativi che escludano uno di questi pilastri e non si giustificano precedenze e distinzioni di importanza nella Chiesa. A seminaristi, novizi e novizie il papa ha affidato un compito che diviene ancora più radicale per presbiteri, religiosi e religiose: «Uscire da se stessi verso la trascendenza a Gesù nella preghiera, verso la trascendenza agli altri nell’apostolato, nel lavoro (…) siate capaci di incontrare le persone specialmente quelle più disprezzate e svantaggiate, non abbiate paura di uscire e andare controcorrente». Questo andare controcorrente non è riservato come missione distinta, ma come missione comune nella quale la paternità e la maternità spirituale coincidono nella testimonianza dell’annuncio del Vangelo.

Ha detto papa Francesco delle religiose di tutto i mondo: «Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza, intuizione di madre!» (Francesco, Discorso ai partecipanti all’assemblea plenaria U.I.S.G., 8 maggio 2013, 3). Sono parole che non rappresentano un semplice riconoscimento, ma che indicano la vita consacrata come maternità spirituale di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Rimaniamo uniti nella preghiera per papa Francesco.
Sergio Tanzarella