Il Papa: “La famiglia non è un’ideologia” di A.Gualtieri

Andrea Gualtieri
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La famiglia non è “un modello astratto da accettare o rifiutare”, né “un’ideologia di qualcuno contro qualcun altro”. Nel messaggio, presentato oggi in Vaticano, per la 49ma Giornata per le Comunicazioni sociali che si terrà il 17 maggio, papa Francesco spezza la logica delle contrapposizioni sul tema che è già stato discusso nel Sinodo straordinario dell’autunno scorso e che tornerà al centro del dibattito dell’assemblea di cardinali e vescovi convocata per ottobre 2015. Mentre incoraggia a testimoniare “la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli”, il pontefice raccomanda: “Non lottiamo per difendere il passato, ma lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro”. Un futuro che, spiega Bergoglio, si costruisce proprio annunciando e mostrando che la famiglia è “il luogo dove tutti impariamo che cosa significa comunicare nell’amore ricevuto e donato”. A fronte di questo, però, intervenendo nello stesso giorno alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Sacra Rota, il Papa ha pure sottolineato che esiste in molte coppie un “grave deficit di comprensione del matrimonio”. Un aspetto già sottolineato da Benedetto XVI come potenziale causa di nullità. E ai giudici Bergoglio, integrando a braccio il suo discorso, ha confidato: “I sacramenti – ha detto – sono gratuiti. I sacramenti ci danno la grazia. E un processo matrimoniale tocca il sacramento del matrimonio. Quanto vorrei che tutti i processi fossero gratuiti!”.

Non esiste la famiglia perfetta – Il messaggio che Francesco ha scritto per la Giornata delle comunicazioni sociali – che quest’anno avrà come titolo “Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore” – sottolinea che la famiglia è “più di ogni altro il luogo in cui, vivendo insieme nella quotidianità, si sperimentano i limiti propri e altrui, i piccoli e grandi problemi della coesistenza, dell’andare d’accordo”. In questo senso, aggiunge il Papa, “non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva”.
Francesco parla delle famiglie “separate tra loro da muri di pietra o dai muri non meno impenetrabili del pregiudizio e del risentimento, quando sembrano esserci buone ragioni per dire adesso basta”. E proprio “là dove sembra prevalere l’inevitabilità dell’odio e della violenza”, raccomanda di “benedire anziché maledire, visitare anziché respingere, accogliere anziché combattere”: è questo, spiega, “l’unico modo per spezzare la spirale del male, per testimoniare che il bene è sempre possibile, per educare i figli alla fratellanza”.

La “scuola di perdono” domestica – È la dimensione di famiglia che Bergoglio definisce come “scuola di perdono”: “Un bambino che in famiglia impara ad ascoltare gli altri, a parlare in modo rispettoso, esprimendo il proprio punto di vista senza negare quello altrui, sarà nella società un costruttore di dialogo e di riconciliazione”. Tutti, aggiunge il Papa, possono imparare come la comunicazione sia “scoperta e costruzione di prossimità” guardando alla “capacità di abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così importanti l’una per l’altra”.

Aprire le porte degli appartamenti – C’è poi una dimensione missionaria: dopo aver incoraggiato in diverse occasioni ad aprire le porte delle chiese per uscire verso le periferie, ora il pontefice argentino chiede anche alle famiglie di “non rinchiudersi nei propri appartamenti, uscire, andare verso l’altro”, per comunicare “il loro messaggio di vita e di comunione” e per “dare conforto e speranza alle famiglie più ferite, e far crescere la Chiesa stessa, che è famiglia di famiglie”. Un’apertura che Bergoglio invoca anche per le famiglie nelle quali vivono figli disabili: “Il deficit motorio, sensoriale o intellettivo è sempre una tentazione a chiudersi” ma può diventare, con l’aiuto di scuola, parrocchia, associazioni, “uno stimolo ad aprirsi e condividere”.

I social media “possono aiutare” – In questa missione comunicativa delle famiglie, il Papa trova poi spazio anche per i social media e le nuove tecnologie. Bergoglio, che nell’agosto scorso aveva raccomandato di non perdere tempo “con le chat su internet e i telefonini”, ammette che i media più moderni “soprattutto per i giovani sono ormai irrinunciabili” e sottolinea che possono anche “aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie”. La favoriscono, spiega, “se aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro”. Ma, avverte il pontefice, possono anche ostacolarla, se diventano “un modo di sottrarsi all’ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa”. La sfida, aggiunge, è “reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione”.

Mondanità stordisce “come grappa a digiuno” – Nella giornata del Papa c’è stata poi anche una parentesi riservata ai nuovi cardinali, che il 14 febbraio saranno protagonisti del concistoro e il giorno successivo riceveranno la berretta color porpora. In una lettera, Bergoglio li invita a non “montarsi la testa”, avvertendoli, con un’altra delle espressioni popolari che in questo periodo sta usando più volte, che questo nei festeggiamenti non si insinui la mondanità che “stordisce più della grappa bevuta a digiuno”: “Mantenersi in umiltà nel servizio – avverte – non è facile quando si considera il cardinalato come un premio, come culmine di una carriera, una dignità di potere o di superiore distinzione. Di qui – raccomanda – tuo impegno quotidiano per tenere lontane queste considerazioni”.