Quanti crederanno? E cosa? Un rapporto su fedi e popolazione mondiale nel 2050 di I.Colanicchia

Ingrid Colanicchia
www.adistaonline.it

Nel 2050 il numero di musulmani sarà quasi pari a quello dei cristiani; l’India resterà a maggioranza induista ma sarà anche il Paese con la comunità musulmana più grande del mondo, sorpassando quindi l’Indonesia; e negli Stati Uniti i cristiani non rappresenteranno più, come nel 2010, i tre quarti della popolazione, bensì i due terzi. Sono questi, per sommi capi, alcuni dei cambiamenti più rilevanti che il nostro pianeta vivrà, sotto il profilo religioso, da qui ai prossimi 35 anni, secondo quanto emerge dal Rapporto “The Future of World Religions” pubblicato in aprile dall’autorevole Pew Research Center.

Ad eccezione dei buddisti, per tutti i maggiori gruppi religiosi – e anche per coloro che non si riconoscono in nessuna confessione religiosa – si prevede una crescita in termini assoluti, ma alcuni non terranno il passo della crescita della popolazione mondiale, per cui si attesteranno su percentuali più basse rispetto a quelle registrate nel 2010, anno preso come punto di partenza per le proiezioni. È il caso, per esempio, degli atei e degli agnostici che passeranno da 1 miliardo e 100 milioni a 1 miliardo e 200 milioni, ma la cui percentuale rispetto alla popolazione mondiale scenderà dal 16,4% del 2010 al 13,2% del 2050.

I cristiani – che nel 2010 ammontavano a circa 2 miliardi e 200 milioni (pari al 31% della popolazione mondiale) – continueranno a essere il gruppo più diffuso anche nel 2050 (quando diventeranno 2 miliardi e 900 milioni) ma, crescendo con il medesimo tasso con cui crescerà la popolazione a livello globale (35%), costituiranno anche nel 2050 il 31% della popolazione mondiale e il loro primato sarà insidiato dai musulmani che passeranno da 1 miliardo e 600 milioni (pari al 23% della popolazione mondiale) a 2 miliardi e 800 milioni, pari al 29,7%.

Gli induisti passeranno da 1 miliardo a quasi 1 miliardo e 400 milioni ma, come per i cristiani, crescendo a un tasso pari a quello globale, non vedranno aumentare la loro percentuale rispetto alla popolazione mondiale: continueranno infatti a rappresentarne il 15%.

Gli ebrei cresceranno invece di un 16%, passando da quasi 14 milioni a poco più di 16 e negli Stati Uniti non rappresenteranno più il gruppo religioso non cristiano maggiormente diffuso: saranno infatti scalzati dai musulmani.

A determinare questo quadro sono diversi fattori. Prima di tutto i musulmani presentano un tasso di fertilità pari a 3,1 figli per donna, ben più alto di quello necessario per mantenere la popolazione stabile (pari a 2,1). Anche cristiani, induisti ed ebrei hanno un tasso superiore a 2,1 ma ben al di sotto di quello dei musulmani (per i cristiani è di 2,7, per gli induisti di 2,4 e per gli ebrei è di 2,3; atei e buddisti invece si attestano rispettivamente a 1,7 e 1,6).

Un altro fattore importante è l’età degli aderenti alle diverse confessioni religiose. I musulmani hanno infatti una percentuale di giovani sotto i 15 anni pari al 34%: una cifra ben superiore alla media mondiale (che nel 2010 si attestava al 27%) e a quella di tutte le altre confessioni (per gli induisti è del 30%, per i cristiani del 27%, per gli ebrei del 21%, per i buddisti del 20%, per gli atei del 19%).

A livello regionale, nell’Africa subsahariana la popolazione cristiana raddoppierà, passando da 517 milioni a 1 miliardo e 100 milioni, facendo lievitare la percentuale globale di cristiani che vive in questa regione dal 24% del 2010 al 38% del 2050.

L’Europa sarà l’unica regione a conoscere un decremento della popolazione. I cristiani, che scenderanno da 553 milioni a 454 milioni, rimarranno comunque il gruppo religioso più diffuso, però non rappresenteranno più, come nel 2010, i tre quarti della popolazione, ma i due terzi. Nel 2050 circa il 23% degli europei non avrà alcuna affiliazione religiosa mentre i musulmani passeranno dal 5,9% del 2010 al 10% del 2050. Gli induisti raddoppieranno, passando da 1 milione e 400mila fedeli a quasi 2 milioni e 700mila perlopiù a causa delle migrazioni. Anche i buddisti conosceranno una crescita e passeranno da 1 milione e 400mila a 2 milioni e mezzo di aderenti.

Negli Stati Uniti, i cristiani subiranno un declino e non costituiranno più il 78% della popolazione Usa ma il 66%, mentre atei e agnostici passeranno dal 16% al 26%.

In America Latina e Caraibi i cristiani rimarranno il gruppo più nutrito: nel 2050 rappresenteranno infatti l’89% della popolazione (a fronte del 90% del 2010), ma cresceranno anche coloro che non si riconoscono in nessuna confessione, i quali passeranno dai 45 milioni del 2010 (8%) ai 65 milioni del 2050 (9%).

Diversi Paesi nel 2050 avranno una maggioranza religiosa diversa rispetto a oggi. In Francia, Nuova Zelanda e Olanda per esempio si prevede che il gruppo più diffuso sarà quello degli atei e agnostici, mentre in Macedonia e Bosnia Erzegovina saranno i musulmani a scalzare dalla vetta i cristiani.