Usa: scomunicata e cacciata dalla congregazione una suora ordinata prete di L. Eugenio

Ludovica Eugenio

www.adistanews.it, 6 Nov. 2015

Tratto da: Adista Notizie n° 39 del 14/11/2015

38334 CINCINNATI-ADISTA. Per 47 anni suor Letitia “Tish” Rawles, oggi quasi settantenne, è stata una religiosa delle Suore del Preziosissimo Sangue, dove ha esercitato il suo ministero ai malati e ai morenti. Malata lei stessa di sclerosi multipla e diabete, ha realizzato, la scorsa primavera, il suo desiderio di diventare sacerdote ed è stata ordinata segretamente – per non causare problemi alla propria congregazione – nell’ambito della Association of Roman Catholic Women Priests (Arcwp). Ora che la notizia è emersa, è stata automaticamente scomunicata e allontanata dalla congregazione religiosa. Ma suor Rawles è ferma: «Se potessi restare nella congregazione ed essere anche prete tornerei indietro – ha detto, secondo quanto si legge sul settimanale statunitense National Catholic Reporter – ma se devo scegliere se essere una suora o un prete, allora sono un prete».

L’Arcwp ha lanciato una petizione online in cui si chiede a papa Francesco, in occasione dell’Anno della Misericordia, di revocare la scomunica e di consentire alla religiosa di continuare ad essere suora. «Per papa Francesco – ha affermato al sito The daily beast la presidente dell’Associazione, il vescovo Bridget Mary Meehan che rivendica la legittimità della propria ordinazione in quanto celebrata da un vescovo in successione apostolica valida – questa sarebbe un’occasione per fare un passo verso la riconciliazione e per correggere la misoginia nella Chiesa; la piena uguaglianza delle donne nella Chiesa è la voce di Dio nel nostro tempo». E non vi è subbio, ha spiegato, sul fatto che Rawles sapesse a cosa andava incontro: «Siamo le Rosa Parks della Chiesa cattolica».

Ma la presidente della congregazione, suor Joyce Lehman, è piuttosto perentoria: «La defezione dalla fede cattolica richiede ipso facto l’allontanamento da una congregazione religiosa. Perciò, con le sue azioni, si è auto-scomunicata e separata dalle Suore del Preziosissimo Sangue. Non ha più il diritto né il privilegio di indossare l’anello e la veste né di presentarsi come suora» della congregazione, ha detto in un comunicato stampa.

«È dalla quarta elementare che desideravo diventare prete», racconta al The daily beast. «Mi sono sempre chiesta perché non vi fossero donne all’altare, ma solo uomini». All’epoca, quasi 50 anni fa, decise di farsi suora nonostante sentisse una «vocazione più profonda» al sacerdozio. «In un certo senso – ha confessato Rawles – ora mi sento libera di praticare effettivamente il mio sacerdozio, cosa che prima dovevo fare in segreto. Ma sento anche la perdita della comunità. Voglio bene alle suore e so che ora si sentono ingannate da me perché non l’ho detto loro, ma io non l’ho detto per proteggerle. Ecco perché sono stata prete delle catacombe. Ora posso esserlo in pubblico». La decisione è stata difficile, racconta: soprattutto perché si considerava ormai anziana ed era malata. «Ma quel desiderio, quella chiamata… Quel primato della coscienza, come diciamo noi, era sempre lì». Dopo due anni di studio, il 18 aprile scorso è stata ordinata a Cincinnati, e ha cominciato a impartire nelle case estreme unzioni e a guidare momenti di preghiera.