Azadiya te azadiya meye : la tua libertà è la nostra libertà

Di un popolo misconosciuto, represso, di un territorio militarmente occupato, le cui strade portano tracce intrise di sangue, del popolo curdo le Madri per la Pace sono la memoria vivente di un passato pieno di sofferenza e di dolori, sono il presente come testimonianza di una lotta costante che annuncia un futuro dove sarà possibile vivere la convivialità delle differenze etniche, culturali e religiose. Le ho incontrato queste madri per la Pace sia ad Hakkari ( in curdo Çolemerg ) che a Diyarbekir ( in curdo Amed ). Animavano le “Tende per la Soluzione Democratica” istituite in molte città del Kurdistan. Hanno affrontato con coraggio, queste madri courage, la violenza scatenata dal governo tramite l’esercito.

Pesanti scontri hanno avuto luogo quando le forze dell’ordine hanno tentato di disperdere decine di migliaia di manifestanti che si dirigevano verso le tende subito dopo le celebrazioni del Newroz. L’intervento della polizia a colpi di cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e manganelli ha ancora una volta trasformato le strade in un campo di battaglia.

Ma le Madri per la Pace rifiutano decisamente la logica della violenza, anche se vivono e affrontano il conflitto per ottenere pace, giustizia e libertà non solo per il popolo curdo ma per tutta la società turca intimidita dalle leggi cosiddette antiterrorismo del 2006.

L’accoglienza per noi è stata come sempre straordinaria. La prima emozione è stato il grande abbraccio di donne uomini di ogni età e dei tantissimi bambini : baci, lacrime, scambi di semplicissimi doni, stringersi le dita per danzare la danza della libertà.

Se non l’avete ancora vissuta, quella del Newroz è davvero un’esperienza forte che non dimenticherete più… e ritornarci è sempre un attingere ad un’energia che vi accompagnerà per affrontare anche la quotidiana “tristezza” di tanti nostri luoghi.

Peppino Coscione (Comunità cristiana di base di Oregina)