Lavoro e guerra di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it

Nel giorno della Festa del lavoro un invito a riflettere viene dal progetto lanciato, nel suo recente congresso nazionale, da Pax Christi, – sezione italiana del Movimento cattolico internazionale per la pace – contro l’interventismo delle Forze armate che nelle scuole superiori svolgono corsi per sollecitare i giovani a scegliere la libera “carriera” militare, erede dell’abolito servizio militare obbligatorio. Inseriti nei percorsi formativi sono presentati come “orientamento scolastico”.

Convinti che sia urgente riaffermare che la scuola deve educare alla nonviolenza e alla pace come espressione di cittadinanza attiva, ritengono del tutto in contrasto con questa funzione le attività promozionali dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica finalizzate a preparare alla guerra le nuove generazioni.

In alternativa propongono una: Campagna Scuole Smilitarizzate ai docenti e agli studenti delle scuole superiori, affinché, senza aggiungere un altro progetto didattico, siano provocati ad evidenziare la dimensione dell’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti.

In questi stessi giorni è tornato attuale, nel dibattito sulla scuola, l’annoso problema dell’orientamento al lavoro – ben diverso dall’orientamento scolastico …. oltre che alla scelta dell’arma – su cui tanti progetti si sono fatti ma con scarsi risultati e non solo per la mancanza di sbocchi operativi.

Si tratta infatti d’inserire nei programmi delle superiori momenti di prassi lavorativa e non solo di dotte relazioni sui diversi lavori possibili. Altra cosa sono gli stages offerti occasionalmente da imprenditori, grandi e piccoli, nazionali o locali, finalizzati al reclutamento di mano o menti d’opera!

Corsi per entrare nelle Forze armate ci sono, quelli per la preparazione al lavoro sono di là da venire!

Non c’è da meravigliarsi se si pensa al diverso impegno istituzionale nei confronti delle due feste dedicate, a distanza di un mese l’una dall’altra, al lavoro e alle Forza armate: I maggio e 2 giugno.

Eppure la Repubblica italiana è fondata sul primo e non sulle altre!

Non c’è ancora un monumento al lavoratore ignoto su cui i corazzieri possano depositare la corona offerta dal Presidente della Repubblica, perché hanno tutti un nome e un cognome quelli morti nei cantieri, nelle fabbriche o nei campi, pur se da sempre il Presidente della Repubblica invia un messaggio per il primo maggio al “mondo del lavoro”.

Lo stesso papa afferma Il lavoro ci dà la dignità. Invece quelli che non lavorano non hanno questa dignità. Ma tanti sono quelli che vogliono lavorare e non possono. Quando la società è organizzata in modo che non tutti hanno la possibilità di lavorare, quella società non è giusta.

Quest’anno a Bologna e Treviso sindacati e Confindustria sono insieme sul palco … ma nella parata del 2 giugno a celebrare la Repubblica ci saranno ancora i cittadini militari e non i cittadini lavoratori.

Meglio sarebbe se siano questi a sfilare in un corteo con in testa i giovani in cerca di lavoro, seguiti dai disoccupati, dai precari, dalle donne madri con … doppio lavoro, e poi ancora dagli esodati fino ai pensionati.

Non ci sarebbero carri armati, ma betoniere, non fanfare ma canti del lavoro, non bandiere tricolori cariche di medaglie ma bandiere rosse listate a lutto per ricordare i caduti sul lavoro. Mancherebbero le frecce tricolori di cui molti fanatici della guerra sono così orgogliosi, ma ci sarebbe tanto inquinamento in meno!

Questa proposta potrebbe integrarsi con la richiesta di abolire la parata stessa, avanzata da Pax Christi nello stesso congresso di cui sopra.

Certo questa loro richiesta, come la contestazione del suddetto attivismo delle Forze Armate, sarebbero più credibili se ad esse rilanciassero con forza e come ultimativa la richiesta alla Conferenza episcopale di sciogliere il corpo dei Cappellani militari!

Per molti cattolici è facile essere progressisti nel farsi maestri di pacifismo, ma diventano reticenti quando si tratta di chiedere alle gerarchie ecclesiastiche di essere coerenti con le loro solenni dichiarazioni contro la guerra!

Tocca ai laici andare oltre le congratulazioni per le buone intenzioni chiedendo anche a Pax Christi coerenza nell’azione contro il militarismo.