NoTAV perché credenti. Un libro dei “Cattolici per la Vita della Valle” di G.Petrucci

Giampaolo Petrucci
Adista Notizie n° 5 del 06/02/2016

Nessun credente, costantemente interpellato dalla Parola di Dio, può permettersi di rimanere indifferente di fronte alle situazioni concrete della quotidianità. In particolar modo, il cattolico deve sempre schierarsi in favore della vita, «non solo quando è in embrione», e del bene comune. Lottare per la vita significa anche opporsi strenuamente ad un modello di sviluppo che, sotto lo stendardo del “progresso”, devasta il paesaggio, ammala i popoli, monetizza i più elementari diritti (all’acqua, alla salute, alla qualità della vita e dell’ambiente), condiscende alle mafie, umilia il lavoro e antepone il profitto alle persone. Su queste premesse, nel 2010, si è spontaneamente costituito presso la parrocchia di Condove (To) – ma la partecipazione si è poi allargata ai fedeli di altri paesi della Val di Susa – il gruppo dei “Cattolici per la Vita della Valle”, impegnato da anni ad affermare, con la preghiera, la riflessione e l’azione, «alcune priorità non negoziabili: la difesa della terra, dell’aria, dell’acqua, la tutela della salute fisica e mentale di tutti gli esseri viventi, l’equilibrio con la natura e il diritto al lavoro. Bisogna uscire da logiche di potenza e di guerra, da tentazioni razziste, da scorciatoie che ripetono gli errori del passato e allontanano i cittadini dalla partecipazione attiva», si legge sul blog ufficiale. In particolare, da quando la Val di Susa è seriamente minacciata dal megaprogetto sull’alta velocità, il gruppo ha acquisito una più specifica consapevolezza, entrando con ferma convinzione – e da cattolici – nel movimento di resistenza locale NoTav: «L’immane disastro ambientale che ci viene proposto per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione provoca dolore e sofferenza nel cuore dei Valsusini». Secondo i “Cattolici per la Vita della Valle”, quello della Tav è un progetto poco trasparente, inutile, devastante per l’ambiente, figlio di un pensiero gigantista che fagocita suolo, mal progettato, denso di infiltrazioni mafiose.

A fine 2015 il gruppo della Val di Susa, che organizza periodicamente sul territorio veglie di preghiera, è approdato anche in libreria, con una pubblicazione – Nuova linea Torino-Lione. Il nostro no (Editrice Morra, 2015, pp. 224, 12.50€) – che rappresenta una sorta di manifesto dei militanti cattolici contro la Tav. Un racconto, scrive nella prefazione mons. Giovanni Ricchiuti (vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva e presidente nazionale di Pax Christi), «avvincente e documentato» il quale racconta una storia «purtroppo simile alle tante che in questi ultimi decenni hanno visto il nostro territorio italiano in preda a furori di sviluppo irragionevole e tardivo che hanno deturpato, talvolta in modo irreversibile, paesaggi di grande bellezza. Il tutto accompagnato sempre da un consenso dei “forti”, da roboanti e favorevoli dichiarazioni dei politici, dalla scarsa attenzione dei media, dalla facile riduzione a “terroristi” di quanti protestano e manifestano pacificamente il loro dissenso». Nella breve prefazione, il presidente di Pax Christi denuncia, sulla vicenda Tav, la carenza di partecipazione democratica, il mancato coinvolgimento delle comunità locali in un progetto che cambierà drammaticamente la loro vita, «la prudenza, il timore, la paura» delle istituzioni e della Chiesa locale di fronte allo scempio della Valle.

Tra esclusione della cittadinanza e propaganda di governo, conferma più avanti il volume, la Val di Susa è presentata dall’informazione pilotata e tendenziosa come «una terra dove ci si oppone ottusamente ad ogni progresso, dove si lotta caparbiamente, ricorrendo a varie forme di violenza, dove lo Stato deve ormai ingaggiare una lotta aperta per far trionfare la legalità e il diritto». Un susseguirsi di menzogne, disinformazione, censure degli esperti, gogna mediatica per le popolazioni pacifiche, hanno chiarito definitivamente che «gli interessi economici di pochi valgono più dei diritti fondamentali di molti». I quali, però, continuano a sperare, lottare e pregare.

E se la propaganda ha costruito con successo un solido castello di bugie, l’intento del libro è anche quello di restituire un minimo di verità sulla vicenda Tav. A partire dalle minacce alla salute, su cui si è molto dibattuto negli ultimi vent’anni, passando per tutte le altre bugie raccontate dai media allineati in merito agli effetti sull’occupazione, al danno ambientale e paesaggistico, ai tempi di realizzazione, alle infiltrazioni mafiose, al ruolo ambiguo della Chiesa locale, per finire con una rappresentazione più realistica dell’opposizione locale, quel famoso Movimento NoTav dipinto il più delle volte come “terroristico”, ma che in realtà è costituito da pacifiche famiglie innamorate del proprio ecosistema e giustamente preoccupate per la salute dei figli.
Capitoli dedicati alla Dottrina sociale della Chiesa, ai fondamenti di una “eco-teologia della Valle”, ad alcune linee guida su economia sostenibile, nonviolenza, nuovi stili di vita fondati su sobrietà e democrazia partecipativa corredano la narrazione e fanno altresì comprendere le reali intenzioni di un gruppo che non guarda solo all’incombente minaccia ma punta lo sguardo più avanti, nella promozione di una resistenza al modello di sviluppo dominante, fondata sull’etica e sulla teologia cristiana. Ulteriori informazioni sulle attività dei Cattolici per la Vita della Valle: cattoxvalle@gmail.com; www.cattoliciperlavitadellavalle.blogspot.it