Comunità cristiana e Chiesa cattolica di M. Vigli

Un libro, che ripercorre il cammino della Comunità dei primi cristiani nel suo costituirsi in Chiesa cattolica, aumenta il suo interesse in un tempo cui il governo di un papa, un po’ anomalo come Francesco, lascia intravvedere un modo diverso di gestirla. È il caso di La Chiesa e la sua defezione (*) in cui Arrigo Colombo, a conclusione di una Trilogia della Nuova Utopia, interpreta la storia della Chiesa cattolica come progressivo abbandono del progetto evangelico di comunità fraterna destinata a promuovere un processo di liberazione dell’umanità.

Nei due precedenti volumi, con questo strettamente connessi, presenta, nel primo, i molteplici progetti elaborati nel tempo da diversi autori quasi a costituire un progetto di umanità e delinea, nel secondo, il quadro teorico di quella che può e deve essere una società di giustizia. Alla sua costruzione, è la tesi di questo terzo volume, è venuto meno, nel suo assumere progressivamente il modello imperiale, il contributo della Comunità, costituita dai seguaci dell’annuncio evangelico, che solo nella moderna età delle rivoluzioni sta iniziando la sua fase costruttiva.In questa prospettiva l’autore, che si dichiara in armonia con il movimento di rinnovamento ecclesiale dal basso e in sintonia con il nuovo modo di fare teologia che lo caratterizza, procede nella sua analisi applicando un rigoroso metodo di ricerca nell’ indagare le fasi dell’insorgere e dell’evolversi della struttura del potere gerarchico e del sapere teologico tradizionale all’interno della Comunità originaria. Ne emerge il processo attraverso cui essa assume progressivamente le forme del potere imperiale sollecitata, da un lato, dall’esigenza di un’autorità capace di risolvere le controversie fra le diverse comunità, e favorita, dall’altro, dall’esistenza di uno spazio omogeneo garantito dalla struttura unitaria dell’Impero romano di cui, alla sua fine in occidente, essa stessa eredita la funzione fino a quando contribuirà alla nascita di un nuovo impero sacro, oltre che romano.

Proprio nel rapporto, spesso conflittuale, con questo la Chiesa cattolica assume e sviluppa quella struttura centralistica che troverà il suo culmine nella proclamazione dell’infallibilità del papa, il vescovo di Roma che, nel tempo, se ne è assicurato il primato. Proprio questo intreccio fra la costruzione della Chiesa e l’evolversi delle strutture politico-istituzionali nel continente europeo, ha condizionato l’evolversi, pur se più lento, della struttura istituzionale ecclesiastica con al centro l’autorità papale. L’evoluzione delle prime, in verità, promuove un trapasso nella società secolare del progetto evangelico fondato sulla costruzione di quella società di giustizia, che proprio i seguaci di Gesù erano chiamati a realizzare.

Ne deriva l’affermarsi della laicità dello stato che emargina la Chiesa al cui interno prevale, invece, la supremazia della gerarchia sui fedeli. Sarà il Concilio Vaticano II a riscoprire la loro centralità definendoli Popolo di Dio, Popolo di sacerdoti. A questa proclamazione solenne non si associa, però, l’attribuzione di potere nella gestione, riservato, invece, al Collegio episcopale, in una forma in realtà così ambigua che è stato facile al papa neutralizzarlo con l’aggiornamento del Codice di diritto canonico.
Lo afferma senza equivoci l’autore dichiarando: Il Vaticano II, il preteso concilio della Collegialità episcopale e del Popolo di Dio, realizza invece la più compiuta, decisa, rigorosa affermazione dell’assolutismo ecclesiastico , l’affermazione definitiva , il suggello storico del modello imperiale .

In questa prospettiva analizza l’assunzione da parte della sua gerarchia del controllo sulla interpretazione della Scrittura, sulla ricerca teologica e sulla definizione delle norme morali. In questo campo si giunge, paradossalmente, all’affermazione di una sorta di supremo potere etico, quale esclusiva competenza ecclesiastica, fondata sulla pretesa prerogativa del possesso assoluto della verità. Si crea così un quadro di controllo dove non si riconosce la libertà della coscienza umana e si pretende supremazia sul potere politico.

Ne derivano una serie di errori che, nel tempo, hanno prodotto il rifiuto da parte della Chiesa dei frutti del processo di emancipazione degli uomini, delle società e delle ideologie, che l’hanno prodotto e accompagnato. Questo errore si è aggiunto a quelli che risalgono alle origini della stessa Comunità evangelica, che l’autore individua nell’asservimento della donna, nella rassegnazione al permanere della schiavitù, nell’assuefazione alla coesistenza di ricchezza e povertà, nella formazione, al tempo stesso, del convincimento “fuori della Chiesa non v’è salvezza”, che rende difficile il rapporto con le altre religioni. Dura e puntuale è anche la critica mossa dall’autore alle altre “verità” della dottrina cattolica: la dannazione eterna, il diavolo come signore del male assoluto, il peccato originale, il purgatorio, il limbo, il rifiuto della libertà di coscienza da cui deriva la persecuzione degli eretici, degli ebrei e degli omosessuali.

Questo suo costituirsi come “società perfetta” la estranea di fatto dal processo plurisecolare in cui, in verità, il progetto messianico-evangelico di giustizia viene assunto dal nuovo Stato laico e tradotto in progetto politico di cui l’autore riassume le fasi a partire dalla rivoluzione inglese all’adempimento del modello democratico nel modello di giustizia sociale. La Chiesa restando estranea a questo processo produce lo scandalo e la frattura in cui si sviluppa lo spirito laico in senso forte, laicista, anticlericale che provoca il rifiuto di questa chiesa e con esso lo stesso rifiuto di Dio.
Per ritrovare il progetto evangelico è necessario promuovere il recupero della “comunità fraterna” da realizzare in piccole comunità in cui sia possibile condividere le diverse funzioni e mansioni in piena libertà avendo smontato il grandioso edificio del potere gerarchico imperiale, potere episcopale e papale. Con l’auspicio e la speranza che si realizzi questo passaggio utopico come già realizzati dalla società civile l’autore conclude la sua opera.

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(*) A. Colombo, La Chiesa e la sua defezione, dal progetto evangelico di comunità fraterna e dal progetto e processo di liberazione dell’umanità, Mursia editore, Milano, 2015