Che errore contrapporre Chiesa e gay: l’omosessualità è anche tra preti e vescovi

Valerio Varesi
la Repubblica, 07.03.2012

Intervista a Vito Mancuso

Anziché il silenzio rispettoso per la morte, quale strascico del funerale di Lucio Dalla, arriva il bailamme della polemica. Da una parte i gay, memori delle processioni mariane deviate per non sfilare davanti alla loro sede al Cassero di Porta Saragozza, che accusano la Chiesa bolognese di ipocrisia. Dall´altra padre Bernardo Boschi, il confessore dell´artista, che controbatte gridando alla vendetta. In mezzo la memoria del cantautore sulla quale in troppi vogliono appiccicare un’etichetta. Vito Mancuso, teologo e amico di Dalla, che lo ospitò in autunno nella sua casa di via D’Azeglio, fugge dalle contrapposizioni e dai giochi di fazione: «Se non usciamo dalla logica degli schieramenti non ne verremo mai fuori. È un vizio tipicamente italiano quello di cercare sempre la contrapposizione mettendosi da una parte contro un´altra senza considerare la singola umanità. Bisogna rifiutare questo gioco» spiega.

Secondo lei è giustificata l’accusa di ipocrisia lanciata nei confronti della Chiesa?
«Intanto interroghiamoci su cos´è la Chiesa. Credo che sia tante cose. È l´arcivescovo Carlo Caffarra che non si presenta, ma anche Enzo Bianchi che parte dal profondo Piemonte e scende fino a Bologna per salutare il suo amico. La Chiesa è anche i francescani che sono stati presenti con un messaggio del loro massimo rappresentante e con due padri venuti da Assisi».

Stiamo parlando della Chiesa bolognese. Di padre Boschi che autorizza implicitamente a pensare agli schieramenti quando parla di vendetta del mondo gay…
«E secondo me ha fatto male. Io non avrei mai detto quelle parole perché in questo modo commette lo stesso errore di chi cerca la contrapposizione. E poi anche il mondo gay si dice in molti modi.
Un conto sono le accuse a Dalla di Aldo Busi, un conto la vicinanza di Benedetto Zacchiroli. Rifiuto ogni strumentalizzazione dei casi umani per portare avanti la propria battaglia. Considero tutto ciò un modo violento di stare nel mondo. Su questa falsariga non si incontreranno mai gli altri».

Quindi c’è stata strumentalizzazione anche in questo caso?
«Dalla, nella sua singolarità, ha fatto saltare tutti gli schieramenti perché non ha mai accettato di presentarsi al mondo riducendosi tutto alla sessualità. Per questo fa esplodere la logica di coloro che non pensano al singolo, ma alla parte o alla lobby».

Come considera l’assenza di Caffarra?
«Sono a Bologna da poco e ho incontrato il cardinale in una occasione rimanendo colpito dalla sua umanità. Ma proprio in virtù di questa umanità mi sarei aspettato la sua presenza in San Petronio a salutare un grande figlio di Bologna e un credente come Dalla. Però non conosco la sua agenda e la sua assenza sarà certo giustificata. Dico solo che sarebbe stato bello se ci fosse stato il sommo pastore della Chiesa bolognese».

Anche lo svolgimento della funzione ha creato qualche polemica. In particolare quel richiamo al corretto comportamento prima dell’Eucarestia. Cosa ne pensa?
«Mi ha dato molto fastidio perché lo considero un tradimento dottrinale. Non è vero che non si possa fare la Comunione in presenza di peccato. Se la coscienza sente sinceramente di poterlo fare, giurando a se stessa di confessarsi in un secondo tempo, la partecipazione all´Eucarestia è possibile.
Anche perché la proibizione chiude il soffio della Grazia. Oltretutto non si capirebbe perché Gesù stigmatizzava i Farisei che si consideravano motu proprio degni della Comunione. Siamo tutti indegni di fronte alla purezza di Dio e chi si ritiene degno è lui stesso indegno. Per il resto il rito è stato complessivamente positivo».

Non trova che, in generale, ci sia ambiguità nell’atteggiamento della Chiesa verso l’omosessualità?
«Una certa incoerenza è sempre presente a seconda che prevalga l´aspetto etico-dottrinario o la considerazione umana. Alla fine sono le decisioni dei singoli a spuntarla. A Mario Cal, suicida o a Versace omosessuale non sono state rifiutate le esequie».

A Piero Welby sì…
«Quella fu una decisione del cardinal Camillo Ruini di sapore politico. Il cardinal Martini non
avrebbe mai compiuto un simile atto. Ma torniamo all´inizio: sono i singoli a decidere a seconda
che si guardi alla dottrina o all´umano. Il pluralismo è la caratteristica e la bellezza del
Cristianesimo e non a caso la Bibbia è un corpus di 73 libri. Anche i Vangeli sono quattro e talvolta
in contraddizione».

Un gay dichiarato privo della fama di Dalla, sarebbe stato accettato in Chiesa?
«Io credo di sì. La Chiesa non condanna l´omosessualità in quanto tale, ma i comportamenti attivi in
tal senso. Del resto l´omosessualità è interna alla Chiesa visto che ci sono parroci e vescovi che
hanno questo orientamento».