Convertire la Chiesa, il vero miracolo di M.Mariotti

Mario Mariotti
Adista Segni Nuovi n° 44 del 19/12/2015

Se uno mi avesse detto, tempo fa, che avrei parlato bene del papa, gli avrei fatto causa per diffamazione. Eppure oggi devo parlare del miracolo di papa Francesco, che, per certi versi, mi sembra più miracoloso di quello del Santo di Assisi, e ora spiego il perché.

Questo papa sta facendo quello che ogni prete dovrebbe fare: il pedagogista, per creare una cultura che superi il capitalismo, il mercato e la competizione; il politico, per costruire una società fraterna e solidale; il sindacalista per difendere i lavoratori che, nell’esercizio di questo diritto-dovere, stanno vivendo la condizione eucaristica di chi si spende per il bene comune.

La nostra Costituzione e l’utopia socialista, oggi, parlano quasi esclusivamente per mezzo di lui. Io sono contento perché dice cose per le quali io sono stato censurato e zittito per 40 anni proprio dall’ambiente cattolico: adesso cosa staranno pensando quelli secondo i quali davo scandalo? Questo però è un dettaglio. Sono contento perché finalmente viene data lettura evangelica del Vangelo: il progetto è il Beati i poveri per scelta del Discorso della Montagna; la ricchezza è un negativo perché bestemmia Dio-Condivisione.

A ben pensarci, siamo davanti ad un fenomeno eccezionale: il Capo della Chiesa si è reso conto che il primo luogo di missione, per far conoscere ed applicare il Vangelo, è la Chiesa stessa! Qui, papa Francesco, senza rendersene conto, la vede meglio di come la vide il Santo di Assisi. Il secondo, infatti, implorò dalla Chiesa il permesso di vivere il Vangelo in povertà, avallando cosi il fatto che ci fosse una Chiesa che potesse viverlo nella ricchezza e nel potere. Questa non è una sua colpa, perché, a quel tempo, se lui avesse insistito per una Chiesa povera come unica Chiesa, sarebbe stato arrostito con procedura d’urgenza, come Giordano Bruno & Co.

Papa Francesco, invece, finalmente afferma che il “Beati i poveri” può stare in bocca soltanto a coloro che vivono la povertà e quindi sono credibili; e questo è un messaggio eccezionalmente prezioso e necessario: la Chiesa, per essere credibile, deve essere povera.

Tornando un attimo al Poverello di Assisi, io penso che sia rimasto vittima di San Paolo, che vedeva quella contrapposizione fra corpo ed anima che nel progetto di Dio per noi non c’è. Il “Beati i poveri per scelta” non è un appello alla povertà ma al necessario a tutti. S. Francesco visse lo scandalo della povertà e reagì facendosi povero. Al Signore, invece, la povertà dà scandalo perché è frutto di omissione di condivisione e perché, nel suo progetto, tutti devono avere il necessario e la gioia in questo nostro mondo, che non è un periodo di prova, ma una creazione da portare a compimento.

Tornando a papa Francesco, che pone la Chiesa come primo luogo di missione, speriamo che i poteri forti – invisibili e maligni, di questo nostro mondo, oggi posto nel Maligno –, non potendolo arrostire come si faceva al tempi del Santo, non gli trovino un modo diverso, ma ugualmente efficace per velocizzare il suo incontro col Padre celeste!

Per ora lui punta sul “guai al ricchi”; domani completerà il Progetto proclamando la necessità di un’economia di comunione, l’unica a poter superare la trinità maligna “capitalismo, mercato e competizione” e fare un mondo di fratelli, senza servi e senza padroni.

Tale economia passa per la “condivisione”, e quest’ultima oggi diventa sempre più necessaria, oltre che per le differenze blasfeme che esistono fra i ricchi e i poveri, anche a causa dello sviluppo tecnologico in crescita esponenziale. Esso, senza la condivisione, sta facendo del nostro mondo l’inferno che conosciamo.

La cultura del necessario e la condivisione lo potrebbero trasformare in paradiso: lavoro a tutti, poche ore di lavoro per tutti, data la produttività eccezionale delle macchine; tanto tempo per la ricerca, per accudire malati ed anziani, per godere degli aspetti a volte meravigliosi del creato.

Concludo ponendo a me e ai lettori una domanda: la spunterà papa Francesco nel fare quello che dal IV secolo ad oggi neppure lo Spirito Santo è riuscito a fare, cioè a convertire la Chiesa? Questo sì che sarebbe un vero miracolo!
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Mario Mariotti è da oltre 40 anni attivista sociale e studioso dei rapporti tra Nord e Sud del mondo